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La Valle d’Aosta è un set: le azioni promosse dalla Film Commission Vallée d’Aoste per valorizzare e prendersi cura del territorio

La Valle d’Aosta, anche in questi anni difficili, si è affermata come protagonista di importanti produzioni cinematografiche e televisive, che continuano ad avvicendarsi sul territorio: un risultato che premia i suoi scenari spettacolari, la maestosità delle vette intorno al Monte Bianco e al Monte Rosa, le caratteristiche strutture che punteggiano le frazioni e i centri urbani delle vallate e del capoluogo. Inoltre è molto apprezzato il supporto alle produzioni internazionali assicurato dalla Film Commission e dalla Regione, come dimostra la frequenza con cui i registi stranieri scelgono di girare proprio qui.

La collaborazione tra cinema e realtà locali sta lasciando eredità molto positive, nella prospettiva della restituzione e non dell’uso occasionale di location suggestive.
È emblematico il caso della produzione internazionale “Le otto montagne”, un film realizzato da Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch: fin dai primi sopralluoghi infatti i due registi sono stati catturati dalla bellezza di questa Regione e dall’accoglienza dei locali e delle Istituzioni. Tratto dal libro di Paolo Cognetti, edito da Einaudi e vincitore del Premio Strega nel 2017, “Le otto montagne” è interpretato da Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Filippo Timi ed Elena Lietti.

Luca Marinelli è anche l’acclamato protagonista di “Diabolik” dei Manetti Bros, dal 16 dicembre nelle sale cinematografiche di tutta Italia. Anche “Diabolik” è stato girato in parte in Valle d’Aosta, a Courmayeur, che per l’occasione si è trasformata nella località montana di Bellair.

“Come Film Commission Vallée d’Aoste – spiega la direttrice Alessandra Milettouno dei nostri compiti è cercare di attirare nella nostra regione il più alto numero di produzioni audiovisive; ciò perché ogni produzione che gira sul nostro sul territorio porta grande visibilità e benefici a vario livello: promozionale, economico, culturale, occupazionale. Lo facciamo fornendo una efficace assistenza logistica e attraverso il sostegno economico del nostro Film Fund, in una percentuale che è determinata dalla spesa che la produzione effettua sul territorio. Nel caso del film “Le otto montagne” il territorio assume un ruolo di personaggio, fondamentale ai fini della narrazione e rappresentato con estrema fedeltà, con il chiaro intento di restituire la cultura e il paesaggio montano della Valle rimanendo il più possibile aderenti alla realtà e all’atmosfera dei luoghi. Un legame che si è esteso anche ad azioni tangibili e durature che rimarranno a beneficio di tutta la comunità”.

Buona parte delle riprese de “Le otto montagne” si sono svolte a Graines, frazione del comune di Brusson (Val d’Ayas) e nel suo Museo. L’edificio è un affascinante esempio di cultura materiale che, tra i suoi spazi, conserva la latteria e la piccola scuola. In questo caso, la produzione ha dato il suo concreto contributo, inserendosi nel progetto di riqualificazione e consolidamento presentato dalla Consorteria, a cui appartiene il Museo. Le Consorterie, o domini collettivi, sono una forma di proprietà comunitaria tradizionale diffusa in tutte le Alpi, ma particolarmente sentita in Valle d’Aosta. Si stima che un sesto della superficie agroforestale appartenga a Consorterie, che si prendono cura dei beni comuni – pascoli, boschi, acque, sentieri, edifici destinati a un uso pubblico come la scuola – garantendone il godimento esclusivo alle comunità di riferimento.

“La Consorteria ha sempre lavorato per difendere Graines ed il suo territorio – dichiara Enrico Riccardi, Presidente della Consorteria di Graines – spesso organizzando corvée comunitarie con amici e sostenitori, come avviene per la manutenzione dei sentieri. La produzione de “Le otto montagne” ha trovato a Graines la location ideale per girare buona parte delle riprese negli edifici della Consorteria, salvati dalla rovina e in parte adibiti a Museo. L’esperienza vissuta da noi tutti, locali e villeggianti, è stata elettrizzante, nuova e motivante. Un mondo, quello del cinema, che ringraziamo per aver valorizzato la nostra Graines, e per il contributo economico versato per la ristrutturazione degli edifici destinati a Museo, che si aggiunge ai fondi ottenuti con il Bando Regionale GAL per la conservazione degli edifici storici. I lavori di ristrutturazione inizieranno a primavera 2022”.

In cambio dell’uso degli spazi, la produzione cinematografica ha già fatto realizzare interventi di consolidamento e di restauro, eseguiti nel rispetto delle norme di tutela paesaggistica e impiegando artigiani e ditte locali, gli unici in grado di operare nel rispetto della tradizione. Un impegno dunque che va ben oltre l’allestimento di set convenzionali, con scenografie realizzate per l’occasione e poi rimosse.

Sempre in Val d’Ayas è stato portato a termine un altro intervento: una barma da rudere è tornata ad essere una casa vera e propria. Un lavoro realizzato nel pieno rispetto delle norme paesaggistiche, con il coinvolgimento di numerosi professionisti locali.
Un altro effetto significativo della presenza di una produzione cinematografica o televisiva sul territorio è la ricaduta sul piano turistico e sull’ospitalità delle strutture ricettive. In numerose occasioni le troupe sono state infatti un’importante risorsa, soprattutto nelle prime fasi di emergenza Covid, garantendo presenze continuative (anche di più settimane), quando il turismo era in serie difficoltà.

In certi casi le troupe che si avvicendano in Valle d’Aosta arrivano anche raggiungere i 60-70 componenti, con maestranze qualificate, in parte provenienti dalla Regione. Un’occasione quindi anche per le numerose figure professionali qualificate attive sul territorio valdostano, tra cui location manager, fonici, scenografi, costumisti e assistenti alla produzione. Anche le comparse, per la maggior parte scelte in loco, creano una sorta di “ponte” con le comunità locali, in un mix di curiosità e complicità collaborativa.

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